Villaggio Oratorio: occasione di ascolto e di crescita

Nelle lunghe e assolate giornate di questo inizio di settembre, gironzolando nei grandi spazi offerti dal
Seminario Minore di Roma, non è stato difficile capire che si stava realizzando qualcosa di straordinario. Da
un salone all’altro, a mensa o ai campetti, nelle camere o in giardino risuonavano le voci dei giovani e degli
adulti che hanno abitato questo luogo dove, da sempre, ci si mette alla ricerca del proprio ruolo nella Chiesa
sin da giovanissimi. Gli adolescenti, i giovani e gli adulti che hanno partecipato con entusiasmo a questa
esperienza proposta dal COR hanno riempito le giornate (e anche le nottate) con le voci della loro passione
educativa, con la gioia che strillava scendendo di corsa per le grandi scale, con la forza di chi si è messo a
servizio dei più piccoli per offrirgli l’esperienza del sentirsi chiamati per nome. Tutti, proprio tutti, hanno
avuto modo di dire la loro: i preadolescenti, ancora ingarbugliati nell’euforia del primo campus, hanno
svelato la freschezza del loro affacciarsi alla vita anche ecclesiale, mostrando il desiderio di farsi coinvolgere
anche senza comprendere proprio tutto quello che gli accadeva intorno. Gli adolescenti hanno alzato la loro
voce per mostrare dubbi e perplessità, ma anche per riempire del loro entusiasmo le ore di queste
straordinarie giornate. I giovani hanno scavato nel profondo della loro preparazione umana e cristiana per
mettere insieme la voglia di emergere e la necessità di sentirsi ancora accompagnati dagli adulti, che in
maniera davvero inaspettata hanno risposto all’invito di esserci, di entrare in questo Villaggio non come
maestri per una volta, ma come discepoli. Nel talk serali, sempre numerosi e interessati, hanno aperto il
cuore e la mente all’ascolto per camminare ancora e sempre meglio sulla via della ‘leadership gentile’,
quella che scova nel cuore del giovane il pertugio per vedere (e riconoscere) il talento e lo aiuta a venire
fuori, qualunque esso sia. E poi è pronto a farsi da parte, a lasciar fare, a lasciar sbagliare, ad accompagnare
rimanendo un passo indietro i giovani che ha visto crescere e maturare. Abbiamo ascoltato queste voci,
rimanendo nel solco di quanto fatto da #CambiaLAria nell’ultimo anno, per costruire l’oratorio di domani
partendo proprio dalle risonanze di questo popolo, numeroso e variegato, che ha abitato per quattro giorni
la terra di Villaggio Oratorio, camminando sui passi dei padri nella fede, scoprendo la bellezza dell’essere
chiamati, sognando una Chiesa (e una parrocchia) dove ognuno poter fornire il proprio speciale contributo.
Voci dai talk di Villaggio Oratorio
“Ciò che mi ha colpito in questi giorni è l’urgenza di parlare di bisogno di adulti, padri”, ci ha confidato Don
Massimo Cunzolo, vice parroco della parrocchia di San Filippo Neri fra i partecipanti ai talk serali riservati
agli animatori adulti. “Nella mia esperienza vedo educatori, animatori che a volte sono allo stesso livello dei
giovani, dei ragazzi di cui si occupano, tendendo a fare gli amici, a non voler discutere con loro senza quella
tensione educativa che è necessaria per educare. Abbiamo bisogno di adulti che siano diversi dai ragazzi”. Di
voce alta ci ha parlato Suor Raffaella Torresin, delle Piccole Ancelle del Sacro Cuore, della parrocchia di
Santa Maria Stella Mattutina: “Quello che ho respirato in questi giorni, sia negli incontri con i formatori ma
anche nelle serate informali con gli altri partecipanti, è il vedere queste persone che veramente si sentono
parte di una comunità, è stata un’esperienza che ci dice come la Chiesa sia viva. C’è fermento ma dovrebbe
essere testimoniato a voce più alta”. Alla comunità pensa anche Raffaella, rappresentante di pastorale
giovanile a Nostra Signora di Bonaria ad Ostia. “E’ stato un non sentirsi abbandonati, sentirsi compresi con
un punto di vista che ci aiuta ad andare avanti, senza sentirci soli. L’impatto è stato molto positivo, i talk a
cui ho partecipato erano molto sul pezzo, hanno centrato le problematiche che noi affrontiamo
quotidianamente in parrocchia”. Di come questi incontri hanno fornito spunti direttamente per le attività
oratoriane ci ha parlato Mauro, animatore della parrocchia, Santa Maria Regina Pacis, sempre di Ostia dove
alcuni oratori stanno muovendo i primi passi per camminare insieme. La loro numerosa presenza a Villaggio
Oratorio ha dimostrato chiaramente che sono sulla strada giusta. “Questa esperienza”, sottolinea Mauro, “è
stata di stimolo a migliorare il mio approccio con i ragazzi e a modificare il rapporto con quelli più grandi. Mi
è piaciuto tanto anche vedere fra i ragazzi molta condivisione e mi auguro che questo poi li porti a
testimoniare, anche con chi non è potuto venire, prendendo nuovi spunti dagli altri oratori che hanno
incontrato qui”. Numerosi ai Talk anche i giovani adulti, inseriti nelle varie realtà oratoriane romane che
hanno trovato spunti per ridisegnare il loro nuovo ruolo nelle proprie comunità. “Queste tre giornate”, ha
commentato Maria Valeria della parrocchia di Santa Francesca Romana all’Ardeatino”, mi hanno fornito tanti
spunti di riflessione specie sull’essere adulti in una fase in cui mi sto sentendo adulta davvero. Giornate
complete con relatori di altissimo livello che, con modalità molto diverse fra loro, sono riusciti a trasmettere
le loro perle e a lasciarci qualcosa di importante”.
Parola ai giovani: l’ascolto degli adolescenti a Villaggio Oratorio
Nella giornata finale, quando si cominciava a tirare le somme di queste giornate passate insieme, ma anche
si guardava avanti a quanto sarà possibile realizzare nella propria comunità, ci siamo messi in ascolto dei più
giovani di Villaggio Oratorio. Preadolescenti e adolescenti che hanno scelto di esserci e che ora tornano a
casa con una esperienza da raccontare. Incontriamo Anastasia, animatrice dell’oratorio di SS. Corpo e
Sangue di Cristo, che ci testimonia come sia giunta al Villaggio spinta dalla sua passione per l’oratorio e dal
desiderio di continuare il suo percorso. “Torno in parrocchia con il desiderio di accogliere i bambini che mi
sono affidati meglio di prima”. Le è accanto, in quelle amicizie costruite proprio fra queste mura, Eleonora di
Columella City, oratorio del Quadraro animato direttamente dal Centro Oratori Romani. “Ho visto l’invito
come una opportunità e l’ho accolta con gioia. Da questa esperienza mi porto a casa sicuramente tanta
nuova pazienza perché ho capito cosa vuol dire stare dalla parte di coloro che vengono educati”. Felice di
essere stata invitata a partecipare anche Giulia di Santa Maria Regina Mundi, grata per l’invito al suo
direttore Lorenzo. “Tornando a casa ho messo in valigia un nuovo arricchimento per me e per il mio oratorio
per diventare una animatrice migliore, ma anche tante nuove amicizie che spero di riuscire a coltivare in
futuro”. Amicizie nuove ed importanti anche per Lorenzo, sempre dell’oratorio di Corpo e Sangue, che si è
sentito davvero accolto. “Ho sentito dentro di me una rinnovata passione per tutto il mondo dell’oratorio e
per l’animazione dei bambini”. Pensa ai ragazzi che le sono affidati in parrocchia anche Sara, della stessa
parrocchia di Lorenzo. “E’ stata una occasione per lavorare su me stessa, anche sulle mie difficoltà.
Tornando nel mio oratorio desidero parlare di più con i miei ragazzi, farli sentire apprezzati come mi sono
sentita io in questi giorni”. Di accoglienza parla anche Riccardo, preadolescente dell’oratorio di Santa
Francesca Romana alla primissima esperienza al COR. “Mi ha colpito come mi sono sentito accolto in questi
giorni. Mi porto a casa un’esperienza di gioia profonda per la mia vita personale, ma anche molte
competenze nuove per le attività del mio oratorio”. Sul terrazzo del Seminario poco prima della S. Messa
finale incontriamo Rachele e Niccolò dell’oratorio di San Nicola di Bari. “Sono arrivata con spirito di grande
curiosità per questa esperienza”, ci racconta la giovane diciottenne di Ostia, “con voglia di scoprire ed
imparare. Torno indietro con la mente piena di input, per crescere, per ragionare”. “Sono partito da casa”, ci
confida Niccolò, “con l’idea di diventare più forte nel mio essere animatore. Ho ricevuto tanti stimoli ed ho
avuto la capacità di ascoltare, anche se non è semplice interiorizzare quanto ascoltato. Sicuramente ho
ancora bisogno di lavorarci sopra prima di poter dire di essere migliorato. Ma senza dubbio ho vissuto
un’esperienza utile e formativa”. La crescita personale è anche al centro della testimonianza di Filippo,
dell’oratorio di Nostra Signora di Bonaria. “Sono arrivato a questo campus con la voglia di imparare qualcosa
in più su come fare l’animatore e per crescere personalmente. Torno a casa con moltissime domande su me
stesso e molti modi per crescere”.