Don Matteo: per gli adulti che servono serve una esperienza di fede

Don Matteo: per gli adulti che servono serve una esperienza di fede

Mentre le attività al Villaggio Oratorio sono proseguite nel pomeriggio con laboratori, lavori di gruppo e incontri con relatori di altissimo livello, gli adulti di #OrientaIlTimone hanno avuto modo di ascoltare Don Armando Matteo, docente di teologia fondamentale presso la Pontificia Università Urbaniana e sottosegretario aggiunto della Congregazione per la dottrina della fede. Il relatore, proseguendo il cammino aperto da mons. Fisichella sulla presenza degli adulti nella pastorale giovanile ed oratoriana ha disegnato la figura degli adulti nella società moderna e nella Chiesa. “Il quadro non è certo incoraggiante con una longevità che dona a tutti l’impressione che non si diventa mai ‘vecchi’, vocabolo ormai cancellato dal vocabolario comune. Noi siamo le prime due generazioni con vita più lunga, più ricca, con più possibilità e pertanto non interpretiamo la vita adulta secondo le categorie dei nostri genitori o dei nostri nonni. Noi siamo i primi ad esserci innamorati di questa terra. Esiste un legame profondo tra affetti e affari che riporta tutto alla giovinezza, una vita che non diventa mai adulta per la maggioranza della popolazione”. Spostandosi nell’ambito ecclesiale, don Matteo si è soffermato su come le famiglie che incontriamo in qualità di catechisti ed animatori, non educano più e non sono spesso Chiesa domestica. Tutto questo è sempre legato al mutamento dell’essere adulti. “Si educa come si è, non sono le parole ma la vita che educano. Anche la trasmissione della fede dipende da ciò che si vive. Le pratiche educative vengono ridotte alla logica della traumatizzazione e della sterilizzazione dei luoghi abitati dai nostri cuccioli, perdendo la loro specifica caratteristica di agenti di separazione/separtizione”. Dovremmo tornare a pensare ‘Io lavoro su di te, affinché tu, grazie a me, non abbia più bisogno di me! Educare oggi è solo controllare e preservare”. A conclusione del suo intervento, molto apprezzato dai presenti, don Matteo ha sottolineato come l’adulto che serve, alla società ma anche alle nostre comunità ecclesiali, è quello che rappresenta un ponte fra il mondo, l’adolescente o lo stesso adulto, ma anche un allenatore, capace di resistere alla conflittualità. “L’adulto deve divenire poeta, per insegnare a resistere alla retorica del mercato e insegnare a vedere ciò che non si vede (e non si vende). L’adulto è colui che ha fede nella vita, nella vita che viene dopo di lui e che per questo non la trattiene oltre misura. Sa imparare a ‘morire’. L’adulto è colui che ha fede nella vita che viene prima della sua vita fisica e va oltre la sua vita fisica. Per adulti che servono serve una esperienza di fede !”

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