“L’Oratorio cantiere della gioia”: il saluto del presidente del COR alla celebrazione in San Pietro
Il Presidente del COR, David Lo Bascio, ha portato il saluto del COR a S.E. Card. Mauro Gambetti all’inizio della celebrazione eucaristica all’altare della Confessione in San Pietro.

Eminenza,
vogliamo salutarla e ringraziarla per questa eucaristia. Lei ci accoglie attorno a questo grande altare e ci sentiamo piccoli, magari un po’ smarriti in questa magnifica basilica che rappresenta il cuore della fede cristiana. Ma nel cuore sentiamo una grande gioia per essere venuti - per essere tornati - a celebrare, nella domenica Gaudete, la Benedizione dei Bambinelli. L’Oratorio è forse, tra tutte le “soglie dell’educativo”, su cui riflettavamo insieme giusto una settimana fa, l’esperienza che meglio esprime quella dimensione della gioia, che oggi celebriamo.
In questo tempo d’Avvento, nelle nostre case, nei nostri oratori, abbiamo realizzato il presepe, che ora attende la notte di Natale per vedersi abitato dal Bambinello. Costruire il presepe è un’azione collegiale: richiede talenti, collaborazione, pazienza, ascolto… un vero e proprio “cantiere”.
L’Oratorio stesso è un cantiere, il cantiere della gioia, dove ognuno può portare i talenti che ha e metterli insieme per costruire:
- costruire noi stessi come persone solide, che vivono la vita buona del Vangelo;
- costruire relazioni vere, che generano comunità accoglienti;
- costruire l’amicizia con il Signore, quella che riempie di significato la nostra esistenza.
In questo tempo in cui tutti vogliono fare da soli, a noi non importa se siamo grandi o piccoli, se siamo forti o deboli, ricchi o senza niente in tasca: noi vogliamo essere insieme, perché Gesù lo si può incontrare solo così: guardando l’altro, camminando con lui.
Per questo siamo venuti da così tante parti diverse di questa grande città: perché avevamo il desiderio di incontrare le nostre famiglie, i nostri sacerdoti, i nostri catechisti; di incontrare gli altri oratori, di incontrare Lei Eminenza, di incontrare il Papa. E cogliere in ogni volto che incontriamo oggi, come in un caleidoscopio, un riflesso del volto di Gesù.
E’ Lui che desideriamo incontrare!
Compiamo dunque, ancora una volta un gesto semplice, - portare la statuina di Gesù Bambino al Santo Padre, perché la benedica - consapevoli però che questo gesto esprime un mistero grande: il Dio che si fa piccolo per chiamarci a una vita grande, per indicarci la nostra stessa umanità come via di salvezza.
Nel regno del buon Gesù, chi è bambino - o torna bambino come Lui - prende parte alla Sua gioia.
Sia così per tutti noi e per Lei Eminenza: questo il nostro augurio.
Buon Natale!