L'attenzione alle fragilità dimostra se un oratorio è capace di stare al passo con gli ultimi.
“se volete usare una preferenza usatela per i ragazzi sgraziati, sgarbati, antipatici proprio cordialmente antipatici, che non studiano, sono trasandati, vanno male a scuola, vanno male dappertutto, usatela per questi!” (Arnaldo Canepa)
Il posto dell’oratorio è da sempre in modo particolare accanto ai ragazzi più difficili, agli ultimi, a chi rischia di essere lasciato indietro. Il periodo di isolamento che abbiamo vissuto e che in forme diverse stiamo ancora sperimentando non solo porta con sé l’aumentare di tali fragilità, ma rende sempre più difficile individuarle.
Per questo motivo, dobbiamo mettere in campo una serie di strategie al fine di riconoscere e intercettare le situazioni di disagio, che oggi più che mai rischiano di nascondersi e scomparire.
Nei mesi di chiusura molti bambini non sono riusciti a seguire le lezioni svolte con la didattica a distanza (DAD), a mantenere legami con i compagni di scuola o di oratorio, a studiare per conto proprio in una situazione nella quale per tutte le famiglie è stato impegnativo l’accompagnamento allo studio da parte dei genitori.
Possono essere attivati dei laboratori per l’aiuto nei compiti, mantenendo le procedure già indicate per altre attività. Non dimentichiamoci poi dei più grandi, che in casa hanno difficoltà ad avere uno spazio per lo studio: potrebbe essere utile, almeno per alcuni giorni a settimana, adibire una sala dell’oratorio ad aula studio.
La disabilità è la fragilità che si è scontrata in modo più devastante con il lockdown, perché per questi ragazzi la chiusura ha interrotto le certezze quotidiane e le possibilità di relazioni extrafamiliari, cose per loro fondamentali.
Importantissimo il lavoro in sinergia con le famiglie: potranno fornirci indicazioni su quali comportamenti assumere, a cosa fare attenzione, cosa evitare. Inoltre, tenendo presente la difficoltà di prepararsi ad accogliere le molteplici forme di disabilità, sarà fondamentale individuare alcune professionalità che potranno aiutarci di volta in volta, in particolare nella formazione degli animatori e per sciogliere eventuali criticità.
Molte famiglie hanno perso il proprio reddito principale o lo hanno visto diminuire drasticamente, scendendo sotto la soglia di povertà. Tra di loro ci sono probabilmente famiglie di ragazzi del nostro oratorio e noi rischiamo di non accorgercene.
Nel suo piccolo, l’Oratorio può segnalare alcune situazioni alla Caritas parrocchiale e può intraprendere alcune piccole e discrete iniziative di aiuto, come ad esempio lo scambio di libri scolastici, la sospensione di eventuali quote di partecipazione ad eventi oratoriani e molto altro.
Bisogni così diversi tra loro richiedono attenzioni particolari e probabilmente una specializzazione che l’oratorio non è in grado di darsi, ma è importante non assumere un atteggiamento rinunciatario: al di là delle competenze specifiche, l’avere a cuore i nostri ragazzi ci aiuterà ad attivare le nostre migliori risorse, perché l’Oratorio nel suo farsi prossimo ai piccoli sappia comunque farsi carico del Loro vissuto, accogliendone fragilità e limiti.
Segnaliamo, per un’attenzione alla disabilità, il materiale elaborato qualche anno fa per il Centro Oratori Romani dall’Associazione Amici di Simone. Potrete trovarvi indicazioni generali per le diverse attività di oratorio da riadattare con le disposizioni attuali per la prevenzione della diffusione del Covid-19.