Il progetto pastorale

“Oratorio: ponte tra strada e chiesa”

Per Canepa l’Oratorio era fondamentalmente una struttura di accoglienza e di formazione, attuata nel contesto parrocchiale: chiara e aperta senza criteri selettivi a tutti i fanciulli, i ragazzi e i giovani del territorio di residenza della Parrocchia. Canepa credeva nell’Oratorio come servizio educativo per evangelizzare le nuove generazioni, come strategia pastorale per fronteggiare il crescente disinteresse giovanile nei confronti della proposta evangelica e la disaffezione giovanile verso l’esperienza ecclesiale. Per questo Canepa desiderava che nell’Oratorio ogni ragazzo potesse trovare un riferimento certo per la sua crescita, l’occasione per incontrarsi, per condividere con gli altri esperienze significative, dense di valori, di stimoli preziosi per lo sviluppo di una coscienza civile e cristiana correttamente formata.

Le finalità

Cristianizzare le masse

Cristianizzare le masse” è, secondo Arnaldo Canepa, la finalità dell’oratorio, ovvero ricreare un tessuto sociale comune fondato sui valori evangelici
«Altre opere si propongono fini di perfezione, fini di carità, di apostolato e di altre specie. Noi ci proponiamo principalmente la cristianizzazione della massa, di dare, cioè, a tutti un minimo di conoscenze religiose per poter vivere un minimo di vita cristiana».

Una nuova evangelizzazione

Oggi più che mai si coglie la necessità di porre l’attenzione sui temi dell’educazione per una “nuova evangelizzazione” che presenti con forza alla società civile la proposta della vita buona secondo il Vangelo. Per questo resta quanto mai attuale lo strumento dell’oratorio, come proposta per tutti i fanciulli, i ragazzi, i giovani, per una crescita umana e cristiana.

I destinatari della pastorale oratoriana

“I destinatari naturali dell’Oratorio sono tutti i fanciulli, tutti i ragazzi, tutti i giovani che vivono nel quartiere di residenza della Parrocchia: “quelli inseriti nel cammino di iniziazione cristiana, come gli altri che, per vari motivi, non lo sono ma che, comunque, domandano di incontrarsi, di sperimentare e con dividere valori”. 

[COR - Documento per il Sinodo romano]

Un oratorio aperto a tutti

Per realizzare e promuovere la pastorale oratoriana a Roma, Canepa diede vita ad un’esperienza associativa, il Centro Oratori Romani (C.O.R.), costituita da catechisti laici, volontari, che hanno saputo rendere presente l’Oratorio in ogni quartiere della nostra città, dal centro fino all’estrema periferia. Grazie alla generosa opera di tanti catechisti, nella memoria della gente l’Oratorio è ancora presente come il luogo dell’aggregazione festosa, l’occasione di incontro da cui sono nate le grandi amicizie della vita, la situazione esistenziale per toccare con mano che solidarietà e impegno possono modificare la realtà umanizzandola.

La proposta educativa dell'oratorio

L’attività educativa è una delle finalità prioritarie dell’Oratorio, la strada privilegiata per annunciare l’Evangelo ai giovani. L’Oratorio, infatti, si rende presente là dove la Comunità parrocchiale realizza una particolare vocazione della Chiesa: essere per tutti, con tutti, tra tutti i ragazzi, per condividere con essi il faticoso percorso della crescita umana, secondo i valori della verità, della giustizia, della libertà, della pace, in una parola del Vangelo.

Relazione educativa

Caratterizzata da uno stile di accoglienza e dialogo, libera da pregiudizi discriminanti, ispirata ad un’antropologia aperta alla speranza, nella fede in Gesù di Nazareth, alimentata da una profonda fiducia nel l’uomo e nella sua sorprendente capacità di rinnovamento interiore.

Gli animatori

Catechisti-laici, uomini tra gli uomini impegnati ad essere, nel mondo, la Chiesa che annuncia e testimonia la Parola di salvezza, cittadini di fede cristiana che gratuitamente lavorano al servizio della crescita umana di altri cittadini.

Piccoli gruppi

Suddivisi per fasce d’età o per aree di interesse, che consentono di stabilire una relazione educativa personale e autentica con ogni ragazzo, di educarli al confronto dialettico ed alla condivisione, all’insostituibilità dell’esperienza ecclesiale per incarnare e storicizzare la fede in Gesù Risorto, di accogliere tutti quei ragazzi che pur non potendo garantire una partecipazione assidua e continuativa hanno tuttavia estremo bisogno di prendere parte ad esperienze significative per la loro formazione.

Metodo esperienziale

Nell’esperienza l’Oratorio riconosce la situazione privilegiata per educare i ragazzi, per manifestare concretamente la centralità del ragazzo nella sua prassi educativa, l’attenzione alle sue esigenze e manifestazioni, il desiderio di coinvolgerne tutte le facoltà e le dimensioni della vita.

I “quattro binari” del metodo COR

secondo Arnaldo Canepa

 

“Sebbene non abbiano tutti e quattro la stessa importanza, sono però tutti e quattro necessari: chi voglia ricavare dal metodo del C.O.R. i frutti di cui è capace deve seguirli tutti e quattro.

“Messa e catechismo” sono il fondamento e la base della vita dell’Oratorio: è da essi che si attinge la forza e la luce per procedere. Un Oratorio dove non fosse curata la frequenza alla Messa e al catechismo, sarebbe come un veicolo che volesse procedere senza motore, o un viandante che si arrischiasse a camminare nel buio. Il secondo binario è l’“Oratorio quotidiano”. Nel catechismo il fanciullo apprende i princìpi a cui dovrà uniformare la propria vita: nell’esperienza dell’Oratorio quotidiano impara a praticarli.

L’Oratorio quotidiano, che ha il suo complemento nell’adunanza di gruppo, è scuola di vita, è palestra dove sacerdoti e catechisti avviano i fanciulli alla pratica dei principi che hanno appreso nel catechismo.

Le “Attività mensili” sono le esercitazioni pratiche dell’Oratorio, hanno per fine di indirizzare l’interesse dei fanciulli verso le cose spirituali: giornata della preghiera, conquista della tessera, concorso di disegni, presepi in famiglia, apostolato missionario, devozione alla Madonna ecc., vengono proposte ai fanciulli in forme attraenti e tali da indurli a fermarvi la loro attenzione. Presentati tutti in forma adatta, il più delle volte sotto forma di gare o concorsi, costituiscono un valido mezzo di formazione cristiana.

Il “Gioco” è il quarto binario del metodo C.O.R.: sport, giochi e tutte le varie ricreazioni sono ben lontani dall’avere quel potere di attrazione che a loro, generalmente, si attribuisce, poiché son cose che i ragazzi possono trovare anche altrove e in forme più libere e in maggior numero. Il gioco è invece importante come mezzo per educare. E’ nel gioco che il ragazzo si manifesta quale è, è nel gioco che manifesta le sue qualità e i suoi difetti ed offre al catechista l’opportunità di indirizzarlo e di applicare le sue correzioni. Le quali correzioni, date al momento giusto e applicate a casi concreti, hanno ben altra efficacia degli ammonimenti dati nel corso di una lezione in forma astratta e che assai raramente il ragazzo è portato ad applicare a sé stesso.”

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